A volte , nella vita, ci si può sentire  come Atlante, che porta sulle spalle il “peso del mondo”.

Atlante era un Titano destinato a sostenere la terra , finché un giorno riuscì a farsi aiutare , seppur momentaneamente, da Eracle.

I miti non sono altro che una narrazione delle vicissitudini interiori dell’animo umano. In una delle sue possibili letture ci sta dicendo che Atlante si rende conto di essere solo nella sua fatica ma se non se ne occupa lui allora chi altro potrebbe farlo?

Il rischio è di rimanere schiacciati , fermi in quella posizione scomoda e sofferente, dove diventa difficile trovare una soluzione. Infatti il Titano ha la testa piegata per riuscire a sostenere il peso, come a voler significare che in quella condizione un eccessivo carico di pensieri e / o responsabilità non consente di riflettere.

Ecco che diventa fondamentale l’entrata in scena di Eracle, dove l’altro è l’aiuto per uscire da quella condizione ma non può sostituirsi definitivamente, perché in questo cammino siamo noi a dover   riconoscere che non possiamo continuare a sostenere tutto quel peso. Comprendere questo e darsi la possibilità di parlarne, è il primo passo verso una condizione migliore.