Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, il secondo tipo di neoplasia più diffuso al mondo, secondo il World Cancer Report 2023.

Si tratta del tumore più diagnosticato nel sesso femminile e nel corso della vita ne viene colpita circa 1 donna su 8.
È una patologia dovuta a molti fattori di rischio, alcuni immodificabili, altri modificabili.
Tra i fattori immodificabili ci sono per esempio l’età (il rischio aumenta con l’età), la storia familiare e aspetti genetici (mutazioni in specifici geni, come BRCA1 e BRCA2).
Tra i fattori modificabili ci sono il livello di attività fisica (praticarla con costanza ha un ruolo preventivo), il fumo di sigaretta (fumare aumenta il rischio) e le abitudini alimentari (un’alimentazione equilibrata svolge un ruolo preventivo).

Per agire sui fattori modificabili, una fonte di informazione autorevole a cui fare riferimento è il fondo mondiale della ricerca sul cancro, che ci fornisce 10 raccomandazioni.

https://www.istitutotumori.mi.it/documents/848032/7150478/WCRF_2018_20_06_Le_10_Raccomandazioni_per_la_prevenzione_del_cancro.pdf/589f9561-0bd3-7b14-f83a-3a3ded1a8c41

Più nello specifico è rilevante prestare attenzione non solo ad aspetti quantitativi delle porzioni degli alimenti, ma anche qualitativi e di variazione delle fonti alimentari.
Non esiste un singolo alimento che di per sé protegga o faccia venire il tumore.
Un caso esemplificativo è quello del latte e la diffusione dell’informazione, priva di dati a sostegno, che il suo consumo possa sviluppare il tumore.

È corretto invece parlare di associazione di alimenti e abitudini che aiutano a prevenire o aumentano il rischio di sviluppare il cancro al seno.
In particolare, lo stile alimentare riconosciuto come preventivo è quello mediterraneo, grazie alle molecole che riducono i danni al DNA. È un modello alimentare è caratterizzato da un consumo giornaliero di frutta, verdura e in generale alimenti ricchi di fibra che nutrono il microbiota intestinale. Quest’ultimo, rappresentato dall’insieme di batteri residenti nel nostro intestino, riveste ruoli fondamentali per il metabolismo in salute e per il corretto funzionamento del sistema immunitario, alla base di una minore suscettibilità a patologie croniche.
Nel modello mediterraneo è poi inoltre previsto un consumo frequente settimanale di legumi, pesce, un consumo moderato di carne rossa e latticini e una netta riduzione di zuccheri aggiunti agli alimenti.
È consigliabile ridurre il consumo di grassi saturi (nelle carni, salumi, prodotti da forno, ecc). Meglio prediligere alimenti con un contenuto in etichetta minore di 5g/100g di prodotto di grassi saturi.
La riduzione del surplus di grassi e zuccheri aiuta a prevenire l’aumento di peso corporeo, fattore di rischio tumorale.
Anche il consumo di alcool, senza distinzione della fonte (vino, birra o amaro), è da ridurre, e in realtà non esiste una dose sicura per il suo consumo.

Infine, non per importanza, la dieta mediterranea fa riferimento non solo alle abitudini alimentari, ma anche all’igiene di vita nel complesso. L’attività fisica e lo stare meno tempo seduti, quando possibile, devono infatti essere una nostra priorità. Più scale, meno ascensore. Più gambe, meno macchina.

Fonti: Wcrc, Aiom, Airc, linee guida sana alimentazione

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